Con una certa frequenza quadri e altri beni d’arte vengono purtroppo rubati dalle chiese, anche se negli ultimi anni, grazie ad una più efficace azione di tutela, i furti avvengono meno rispetto a decenni fa. Per fortuna, non raramente questi beni, che rivestono valore sia devozionale che culturale, vengono ritrovati; ciò soprattutto grazie alla certosina e ben attrezzata opera di investigazione condotta dall’apposito corpo specializzato dei Carabinieri della Tutela del Patrimonio Culturale.
Come si ricorderà, alla fine del maggio scorso uno degli otto quadri rubati ben 41 anni fa dal Duomo di Montagnana è stato ritrovato e riconsegnato alla Parrocchia. Per celebrare degnamente la cosa, la Parrocchia, guidata da mons. Lucio Monetti, con il supporto dell’associazione Italia Nostra e della Fondazione Sandro Lucco di Montagnana, ha costituito un evento che si è svolto nel pomeriggio di venerdì 22 settembre u.s. presso Cinema Teatro Bellini.
L’incontro, aperto dall’Arciprete e condotto da Antonia Scapin, è stato arricchito dalla presenza dei comandanti del Gruppo Carabinieri T.P.C. (tutela patrimonio culturale) per l’Alta Italia e la Toscana (Ten.Col. Giuseppe Marseglia) e del Nucleo per il Veneto (Magg.Emanuele Meleleo), del direttore dell’Ufficio Beni artistici della Diocesi (arch. Claudio Seno), della dott.ssa Monica Pregnolato in rappresentante della Soprintendenza. Hanno portato i loro saluti al pubblico anche il sindaco dott. Gian Paolo Lovato e l’assessore alla cultura, dott.ssa Elisa Rossetto.
La manifestazione non si è limitata ad una formale cerimonia ma è diventata un vero e proprio incontro culturale, ciò grazie all’apporto di competenti relatori e all’approfondimento condotto da un esperto d’arte moderna, come il prof. Michele Danieli (Bologna), che sulla scorta delle osservazioni ‘sul campo’ fatte in un primo tempo dal prof. Mauro Lucco (impossibilitato per motivi personali a partecipare), ha sviluppato una efficace e illuminante conversazione sul quadro. In particolare, il prof. Danieli, con chiari argomenti, ha spiegato perché il soggetto raffigurato, ritenuto un “S.Pietro” al momento del trafugamento dalla sacrestia ove si trovava, si deve ribattezzare come un “S.Paolo Apostolo”. Per quanto riguarda l’autore della tela, rimasto anonimo come quasi sempre avviene per le opere fino alla fine del ‘700, dallo studio fatto sembra richiamare, ha affermato il prof. Danieli, i tratti stilistici del pittore veronese Felice Boscaratti (Verona, 1721 – Venezia, 1807). Infine, dal relatore e dagli alti ufficiali dei Carabinieri per la T.P.C., sono stati toccati anche aspetti in genere poco noti, ma di interesse (dato il caso), come il mercato dei beni artistici e i passaggi, alle volte ‘grigi’, subiti da essi.
Il pubblico, ben presente nella rinnovata sala del “Bellini”, ha confermato con la sua calorosa partecipazione l’importanza della manifestazione.
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